David Sim in via Beroldo

Questa mattina ero in via Beroldo, una delle strade scolastiche milanesi a più fresca riforma urbana. Questo spazio pedonale e aggregativo oggi ha ospitato David Sim in conversazione con il pubblico nella presentazione della traduzione italiana del suo libro "Soft City - Building Density for Everyday Life" (Lettera Ventidue). Dalla responsabilità sociale che Sim - professore di architettura all'università di Lund e consulente su progetti di strategia urbana - raccomanda per necessità ai professionisti specializzati in architettura urbana agli studi sulle capacità che i bambini sviluppano nell'abitudine al percorso casa-scuola in autonomia e per mezzo di autobus, bicicletta o a piedi, fino alle analisi sulle tipologie abitative degli elettori di Trump e al fenomeno in crescita dell' air rage - gli episodi di rabbia e violenza da parte dei passeggeri disabituati alla prossimità fisica - con Sim ci si è confrontati su cosa significa vivere in comunità, nella distanza minima e massima che caratterizza il quotidiano di una metropoli. 

Interessanti le digressioni sulla qualità delle relazioni sociali e della salute mentale (non così over the top come si potrebbe pensare) di chi abita i piani alti di certe grandi torri residenziali e la spinta, ancora preistorica, che spinge l'uomo alla continua e incessante ricerca del proprio safe place (spoiler: lo abbiamo anche al ristorante il nostro posto sicuro, quando scegliamo il tavolo per la cena). Con Sim ho potuto dialogare di qualcosa che mi preme molto: il working from home - e del significato ormai politico che il lavoro in presenza possiede, e di questo sono molto grata.

Qui la sua biografia. A occuparsi della presentazione Noilibreria.it - spazio culturale di vicinato.

(Buon settembre)

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